sabato 20 ottobre 2012

Dimitar Berbatov, uomo da soap opera

Durante l'ultima bollente estate di calciomercato abbiamo assistito al deplorevole caso Berbatov, conteso strenuamente tra Juventus e Fiorentina e poi passato al Fulham.
Oltre ad evidenziare il ridimensionamento delle potenzialità sul mercato delle squadre italiane questa trattativa ha messo in luce la pochezza dell'uomo Berbatov.
Il giocatore, durante il volo che lo avrebbe portato a Firenze, decide di accettare la proposta juventina (2,5 milioni di euro per un biennale). Tuttavia, atterrato a Monaco di Baviera per effettuare lo scalo, cambia ancora idea e acconsente a vestire la maglia del Fulham guidato da Martin Jol (suo ex allenatore).

Ritengo che un comportamento del genere da parte di un calciatore pagato milioni di euro all'anno sia assolutamente vergognoso; in questo modo si manca di rispetto a dirigenti, tifosi, blasone e tradizione di società che hanno fatto la storia del calcio. E con tutto il rispetto un calciatore bulgaro di 31 anni oramai in declino, non se lo può proprio permettere.
Ma d'altronde a queste cose il signor Berbatov è avvezzo: già nel 2001 una sua richiesta folle dell'ultima ora fece saltare la trattativa che doveva portarlo a Lecce, a vantaggio, un anno dopo, del Bayern Leverkusen. Nel 2008 invece esisteva un'accordo tra il Tottenham (detentore del suo cartellino) ed il Manchester City per 35 milioni di euro, ma una volta giunto a Manchester disse al tassista:"Portami all'Old Trafford", facendo imbestialire la sponda Citizens della città.

Chissà che questi retroscena non fungano da monito per i futuri acquirenti del bulgaro (sempre se ce ne saranno), un giocatore certamente estroso, ma mai considerato da nessuno un fuoriclasse. Tantomeno nello stile.

DB

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